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GIULIA CARPANETO

 

E' nata a Genova il 2 Maggio 1991 si diploma nel 2014 presso l' "Accademia Nazionale D'Arte Drammatica Silvio D'Amico" lavorando con:  Bruce Myers, Massimo Popolizio, Theodorus Terzopoulos, Francesca Archibugi, Andrea De Rosa e Antonio Latella. 

Ha esperienze professionali teatrali e cinetelevisive.

Protagonista della prima web serie Rai "UGF-20 anni prima" nel 2013.

Lavora con Daniele Salvo nello spettacolo "Il Richiamo" nel 2014.

Interpreta Kiki de Montparnasse nello spettacolo "Modigliani" di A.Longoni 

 ... Una stanza vuota e immobile dove il silenzio è rotto improvvisamente dalla presenza di alcune figure umane che prendono vita. Gettati nel mondo, essi sono privati delle loro maschere, delle loro strutture forrnali per muoversi nello spazio come dei concetti astratti, guizzanti e incontrollati rivelando così a tutti la composizione della vera natura umana. Sono stata particolarmente colpita dal coraggio e dalla forza creativa dei registi e degli attori di aver saputo trattare una tematica di una natura così profondamente umana e difficile. Con un'abilita degna di uno studioso che indaga i fenomeni del!' anima, sono andati a focalizzare con la loro lente di ingrandimento uno dei dilemmi che affliggono l'uomo nella nostra società attuale. Oggi, più che mai, è avvertita la necessità di assegnare ad ogni forma artistica ( in questo caso il teatro) il compito di risvegliare le coscienze e di riflessione, affinchè ognuno possa prendere consapevolezza del proprio stato di torpore e ricominciare a vivere veramente con coraggio e libertà...

SL

....In un contesto inizialmente poco chiaro, ci si pongono davanti quattro uomini e una sola donna, tutti con i vestiti da palcoscenico, che iniziano a presentare il seminario mettendo in scena alcune parti degli spettacoli, e urlando a ripetizione: “DOMINO, DOMINO, DOMINO, DOMINO”. Come a creare un flusso di coscienza non ci accorgiamo che si tratta in realtà di due rappresentazioni teatrali.
Personalmente quasi percepisco un senso di fastidio, una sorta di dominio. Tutto quell’urlare, di prima mattina poi... Mi sentivo potenzialmente dominata da quegli attori schiamazzanti.... 

... Quando Antonello inizia a recitare, capiamo subito che si tratta di un barbone, di un uomo stremato ed ubriaco. L’attore si muove come a mimare gesti da barista senza però avere nulla tra le mani. Il locale non c’è, non si vede, e mentre la recitazione continua, si percepiscono due realtà diverse: una oggettiva, quella che vediamo (Fabrizio tra i bidoni) e una soggettiva, ricca di ricordi dell’uomo. Riguardo la gestualità, è lo stesso Antonello a spiegarci il significato di quelle movenze. L’attore è infatti un bartender e ci racconta come insieme a Manuel abbiano costruito i movimenti che compie Fabrizio, attraverso la tecnica del flair....

.....Leggiamo la prima scena del secondo atto dividendoci i personaggi. E’ un materiale di libera interpretazione in cui Ionesco non mette paletti. Lo spazio, piattaforma su cui si muove il testo, si modifica. Il momento più interessante avviene durante l’analisi dell’entrata in scena del rinoceronte. Cerchiamo di capire cosa accade in quel momento, sia dal punto di vista drammaturgico del testo e dalla conseguente architettura scenica. Non è chiaro se l’animale sia reale o no.....

Siamo curiosi di sapere come tutto ciò sia stato portato in scena e gli attori iniziano a recitare la medesima parte, avendo sotto i piedi un enorme tappeto di plastica figurante alcuni intagli di quotidiani, che rimarcano l’importanza dell’elemento mediatico nell’opera.....

.... Questo seminario è stato un vero arricchimento di saperi, nozioni e curiosità. I registi ci hanno permesso di toccare con mano l’intimità di due opere diverse ma ugualmente introspettive e che perfettamente si sposano con la nostra contemporaneità. Siamo sempre stati interpellati, abbiamo portato alla luce i nostri pensieri, idee e riflessioni. La semplicità e il dialogo reciproco, sono concetti fondamentali per un lavoro di gruppo. L’apporto di Manuel ed Irene, e di tutti gli attori è stato importante, soprattutto per come si sono relazionati con noi studenti, non facendoci mai sentire solo degli spettatori.

DP 

... Nel decidere di intraprendere questo laboratorio non avevo affatto tenuto conto del tema che costituisce il nucleo del progetto, il domino. Quest'ultimo mi viene introdotto ex abrupto la mattina del 29 ottobre, in cui per i primi minuti vengo brutalmente gettata nel vivo del progetto senza rendermene conto. Gli ideatori del progetto decidono infatti di presentarsi mettendo in scena una fusione dei due spettacoli "Fabrizioll e "11 rinoceronte", un sabato mattina, all'interno di un'aula universitaria. In un contesto così particolare cinque tizi vestiti in maniera strana iniziano a ripetere in maniera ossessiva e alienante la parola "DOMINO" per poi creare un breve mash-up tra i due spettacoli. Non capisco bene a cosa sto assistendo, so solo che mi provoca forti sensazioni, enfatizzate dalla vicinanza fisica con gli attori.... 

La conclusione vera e propria del progetto ha coinciso con la visione integrale dello spettacolo a teatro. La lontananza fisica alla quale non ero abituata, a causa del contesto in cui si svolgevano gli incontri, e che temevo di percepire come mancanza, è stata colmata dal coinvolgimento decisamente più forte di udito (ad esempio ne "II rinoceronte" è stata una sorpresa inaspettata l'accoltamento di generi musicali molto diversi) e vista (l'uso delle luci).

Questa combinazione, unita alla decisamente più determinante bravura degli attori, ha fatto sì che in diversi momenti dello spettacolo abbia provato la sensazione che io cerco quando vado a teatro: un brivido sottopelle che coinvolge la parte superiore del mio corpo.

MA

Scrivere a proposito di un seminario non è mai semplice, specie se pieno, quest’ultimo, di concetti, non solo teorico-pratici, ma soprattutto emozionali. Si, perché il seminario in questione, tenuto dai due giovani registi, Manuel Capraro e Irene Di Lelio, è stato, tra i mille seguiti in ambito teatrale, il più formativo e completo, non solo a livello concettuale ma anche a livello pratico, riuscendo a combinare in soli sei incontri, ideologie, saperi e argomenti che approfondivano e toccavano diverse pratiche, dalla ginnastica Qi gong alle tecniche acrobatiche Flair studiate dai baristi....

....Prima di aprire il dibattito sul tema dominato-dominatore, cinque attori irrompono in aula e ci mostrano, senza inibizioni e senza freni, una rappresentazione basata su un’unica parola, Domino. Quest’ultima, associata a comportamenti ed atteggiamenti diversi in base a chi la pronunciava, rappresenta l’ideologia che sta alla base dei due spettacoli. Alla fine della rappresentazione gli attori prendono il loro posto tra noi e inizia il dibattito....

...I ruoli di potere allora, si capisce bene, non sono attuati solamente da soggetti di rilevante importanza ma anche da persone comuni, locali, uguali a noi, che per un motivo non ben specificato, credono di poter manipolare a loro piacimento le vite altrui. E’, in sintesi, un modo per dire NO a tutto questo, accendendo la scintilla della rabbia nello spettatore che, assistendo ai due spettacoli, viene travolto da un vortice di passioni diverse, contrastanti ed esilaranti.....

...Fabrizio è l’emblema dell’uomo che ha combattuto per ottenere la libertà e per meritarsi l’amore, ma tutto ciò adesso è solo spazzatura, come spazzatura considera la sua stessa esistenza (cruciale è il ruolo del bidoni dell’immondizia che prevalgono fortemente sul resto degli oggetti di scena)....

....La trasformazione dei personaggi in rinoceronti simboleggia la crudeltà e la violenza umana, rendendola sia fisica che comportamentale. Gli atteggiamenti animaleschi dei personaggi altro non sono che la rappresentazione di un mondo liberato dai vincoli sociali e relazionali; è il caos primordiale.....

AA

... E' la prima volta che vedo prove di attori ed esercizi che si fanno per preparare uno spettacolo,la cosa che più mi ha affascinato e soprattutto, è quello che veniva ripetuto da ogni attore, è il fatto che si deve credere per forza in quello che si sta facendo e dicendo, infatti questa  è la cosa che più è stata trasmessa dagli attori nel momento in cui recitavano anche solo piccole parti, era come se in quel momento l'attore si trasformasse in qualcun altro o entrasse in un altro corpo.All'inizio quando vedevo gli esercizi che dovevano fare gli attori prima di recitare, pensavo che forse era un'esagerazione e ho pensato soprattutto allo stress che tutti quei comandi dati dal regista potevano provocare nell'attore, ma poi vedendo le scene per intero capivo che se prima non si fosse svolto tutto quel lavoro così meticoloso non potevano essere raggiunti determinati risultati, come ad esempio in "FABRIZIO" il fatto che lo stesso attore cambiasse personaggio passando da una parte all'altra del palcoscenico o di un bidone. Questo è stato uno dei laboratori  dove finalmente è stata messa da parte la teoria, cosa che all'università viene sempre messa in primo piano, in favore della pratica. Quasi mai si trovano attori e drammaturghi disposti a far vedere tutto il lavoro che c'è dietro lo spettacolo infatti spesso questo resta un mistero, mentre invece in questo caso è stato svelato e spiegato anche in modo molto chiaro da coloro che hanno messo in piedi  questo progetto... 

JDB

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